Restate a casa! State attenti! Siate prudenti! Rispettate le regole! Frasi quotidiane ripetute costantemente alle ospiti presenti a Villa Savardo: mamme con bambino, adolescenti, donne di diverte età …
Inizialmente le persone, in particolare i bambini-ragazzi, erano entusiaste, niente scuola, niente lavoro, quasi un buon relax. Con il trascorrere dei giorni è subentrata una nuova stranezza da gestire: serpeggiava la paura ma pure la noia; restare sempre a casa, non poter uscire quando vuoi, andare dove vuoi… e allora come vivere un tempo incerto?
Ciò che sembrava un sogno, una realtà da film si è rivelato una barriera, un limite. Siamo abituati a decidere tempi, ad organizzare l’inizio e la fine di una attività e ora non sappiamo quando questo virus “se ne andrà”.
Accidenti … non c’è alternativa: impariamo ad attendere con pazienza e speranza, a scoprire le opportunità nascoste oltre la fatica, la stanchezza; possiamo scoprire che anche questo può essere “un tempo opportuno, favorevole” pur nel suo aspetto di dolore e morte.
C’ è sempre chi reagisce con forza, positività, grinta, impegno … ed ecco che si organizzano attività, giochi, dialoghi, film, momenti di riflessione e di preghiera personale (rivolta al proprio Dio: cristiano, sikh, islamico). Non è sempre semplice trovare un nuovo equilibrio e spesso in una situazione rallentata nei ritmi e impegni, emergono con maggiore forza i problemi che le persone si portano; problemi che nella normalità sono apparentemente “sopiti o coperti” da impegni e interessi che assorbono la giornata. È necessario uno sforzo maggiore da parte degli educatori, che devono scovare risorse continue per portare intense reazioni emotive, noia, rifiuti a precise richieste… È fondamentale essere uniti e interiormente motivati per affrontare il “nuovo” non cercato.
Noi siamo inserite in una struttura circondata da un parco, la natura ci può aiutare. Rispetto a tante persone che vivono in uno spazio ridotto, noi possiamo camminare, giocare, riscoprire un ambiente a cui ci eravamo abituate e perciò meno valorizzato.
“Al centro” del parco c’ è una chiesetta, dove Gesù aspetta coloro che vogliono “incontrarlo” per donare un po’ di pace, di serenità.
Ogni tanto si vedono delle persone che dialogano fra loro, senza la fretta di dover correre, sempre correre; senza la pressione di dover fare qualcosa, di riempire tutto lo spazio della giornata per avere la sensazione che hai vissuto.
Insomma ci sono limitazioni fisiche, culturali, ma ci sono anche possibilità da riscoprire.
Ci sono domande: quando finirà? Quando ci libereremo da questo virus? Quando la scienza scoprirà il vaccino? Torneremo alla stessa routine di prima? Staremo un po’ meglio in futuro? Saremo più umani? Questa situazione ci insegnerà qualcosa?
Come sempre le risposte positive dipendono anche da noi, dalle nostre scelte, da come utilizziamo questo tempo, da quanto ci rendiamo responsabili di noi stessi e degli altri …
Ognuno può optare di abbandonare l’illusione di libertà intesa come: “Fai ciò che vuoi” per scegliere la vera libertà: “Ama e fai ciò che vuoi”.
Madre Giovanna, fondatrice delle suore Orsoline, che operano in questa attività, ci dice: “Non perdere un minuto che non Gli sia consacrato e vivi felice nelle Sue mani”. È un invito a non perdere tempo inutilmente, a non aspettare semplicemente che la situazione passi … ma a vivere in pienezza, da protagonisti l’oggi; così possiamo essere ancora felici!
Sr. Annamaria Confente